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RIGENERAZIONE TISSUTALE.

 

 

La rigenerazione tissutale

Cause diverse tra loro creano danni funzionali legati ad una degenerazione tissutale che porta come diretta conseguenza una riduzione delle capacità motorie (artrosi articolare) e del trofismo cutaneo di un individuo (invecchiamento e degenerazione solare).

La possibilità di ridurre il danno tissutale rigenerando i tessuti è un obiettivo potenzialmente in grado di restaurare una funzionalità compromessa.

L’utilizzo di tessuto adiposo microframmentato si sta dimostrando in grado di assolvere compiti importantissimi nell’ambito della rigenerazione tissutale, e appare applicabile a settori o tessuti tra loro molto diversi, ma con in comune una riduzione del trofismo e della funzione originarie.

Le cellule staminali del tessuto adiposo come tessuto rigenerativo  

Il tessuto adiposo (sottocutaneo e viscerale) è l’organo più esteso del nostro corpo e ha molteplici funzioni sia di supporto strutturale che di tipo endocrino, inoltre ha una ricchissima rete di microvasi capillari che partecipano attivamente ai processi di autoriparazione del nostro organismo in quanto ricchi, come tutti i capillari di ogni tessuto umano di PERICITI  che rappresentano i precursori delle cellule staminali mesenchimali (MSC), elementi cellulari particolarmente importanti nei meccanismi riparativi: non sono infattim le cellule del tessuto adiposo prelevate a determinare la rigenerazione tissutale, ma le cellule staminali presenti lungo i piccoli vasi sanguigni che si ‘trasferiscono’ ai tessuti dove vengono depositate e lì si ‘trasformano’ nelle cellule localmente deficitarie, che siano cartilaginee o del derma, ristrutturando quindi un tessuto che ritrova un trofismo e una funzionalità perse nel corso degli anni.

Anche nei secoli scorsi, a partire da medici militari nell’armata Napoleonica, il grasso era stato usato con alterne fortune come medicazione; ma è solo dagli anni 80, con l’invenzione della tecnica della liposuzione e il suo sempre maggiore successo, che l’accesso a grandi quantità di tessuto con tecniche sempre meno invasive ha reso popolare la tecnica del lipofilling che altro non è che un trapianto autologo di tessuto adiposo con fini inizialmente volti a ripristinare volumi perduti (esempio nella ricostruzione mammaria o nei difetti del viso) e in un secondo momento a fini rigenerativi (in particolare cicatrici e radiodermiti).

Le maggiori problematiche legate alle tecniche classiche di lipofilling (anche le più recenti), accanto a indubbi successi clinici, erano e sono  legate alla eccessiva variabilità dei risultati (riassorbimento volumetrico, irregolarità e fibrosi residua, imprevedibilità nel risultato rigenerativo). Con la tecnica del Lipogems, invece l’utilizzo di tessuto adiposo microframmentato ha permesso di beneficiare delle cellule staminali che possono venire a contatto più facilmente coi tessuti danneggiati (la microframmentazione permette un aumento fino a 6000 volte della superficie di contatto del tessuto adiposo coi tessuti da rigenerare).

INDICAZIONI CLINICHE

In ortopedia e in generale nel campo muscoloscheletrico: nella fase di sperimentazione clinica ha permesso di evitare la protesi di ginocchia nell’80% dei pazienti che ne erano candidati. Le principali indicazioni sono le degenerazioni artrosiche delle ginocchia, delle spalle e in parte delle anche (in assenza di danno osseo), gran parte delle patologie infiammatorie delle faccette articolari della colonna vertebrale, le pseudoartosi da fratture che non formano il callo osseo, le patologie dolorifiche delle mani ecc.
In dermatologia oncologica converte l’invecchiamento cutaneo riducendone l’elastosi cutanea da foto invecchiamento ridando trofismo al derma e dopo i trattamenti laser permette un recupero della normale epidermide da cui sono state eliminate le macchie solari (cheratosi attiniche) molto più efficace
dopo trattamenti radioterapici può ridurre gli effetti collaterali del danno attinico sulla cute.
In chirurgia plastica ricostruttiva aiuta la guarigione dell’ulcerazione cronica delle gambe e dei piedi (pazienti diabetici ad esempio).
In chirurgia estetica è utilizzato da solo o in associazione con tecniche chirurgiche tradizionali come lifting, blefaroplastica, aumento del seno per accelerare i tempi e la qualità della guarigione.
In ambito ginecologico riduce la secchezza vaginale risolvendo la dispauremia.
In ambito urologico può ridurre l’incontinenza uretrale nelle donne.
In ambito odontoiatrico può contribuire a risolvere la mobilità dentale presente nella malattia parodontale.
In chirurgia generale è stato utilizzato come approccio valido per il trattamento dell’incontinenza fecale e delle fistole anali
 

Chi se ne occupa in Somed per le visite specialistiche pre-trattamento:

Dott. Testori Alessandro –  Esperto in Melanoma, Tumori della Pelle, Sarcomi dei Tessuti Molli

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