Sempre più la ricerca scientifica scopre legami fra la dieta e la malattia, in particolare la malattia dell’ apparato digerente.
Questa volta sono due articoli pubblicati su una delle più prestigiose riviste cliniche del mondo, il New England Journal of Medicine, a sottolineare l’importanza della dieta: la dieta occidentale (americana) è considerata un fattore di rischio per alcune malattie, in particolare per le malattie infiammatorie dell”intestino o IBD. Una dieta ricca di verdure è protettiva verso la colite ulcerosa, invece una dieta ricca di grassi di origine animale e carne si ritiene che favorisca sia la colite ulcerosa che il Crohn.
Ma questi sono dati vecchi e già noti. Entrambi i due studi pubblicati recentemente dal gruppo di ricerca di Kiss e dal gruppo di Li sul NEJM mostrano che specifici componenti delle piante della famiglia dei Cruciferae (ad esempio broccoli, cavolo verza, cavoletti di Bruxelles) contengono proteine che hanno la capacità di modulare la risposta immunitaria di chi li mangia, interagendo con il recettore AhR.
In particolare, l”attivazione del recettore AhR è fondamentale nello sviluppo (nel bambino) di alcune cellule linfoidi che andranno a formare i follicoli linfatici intestinali (che fanno parte del sistema di difesa immunitario).
Ma ci sono altri dati che fanno ben sperare: il recettore AhR è meno espresso nell’intestino delle persone con le IBD (colite ulcerosa e Crohn), e la sua attivazione inibisce l’infiammazione e la colite in un modello sperimentale di topi con intestino infiammato.
Ovviamente, tutti questi dati sono solo dati di ricerca di base, ma la dimostrazione importante che la dieta possa influenzare la malattia apre nuovi scenari di ricerca.
Nel frattempo, che cavolo aspettiamo a mangiare più verza?
Che cavolo mangi? Ovvero, come la dieta influenza la malattia
Aggiornamento: 26 lug 2023
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